Ti guardo da lontano...
Non entro nel merito della politica, dati e numeri perché non ne ho la competenza....
Leo frequenta la seconda media e da domani inizierà le lezioni on line perché siamo in “zona rossa”.
La differenza tra oggi e marzo, l’ho vista tutta negli occhi di mio figlio quando sono andata a prenderlo a scuola questa mattina.
Da mamma rendendomi conto dei casi e di quanto sia fetente questo virus, saperlo a casa mi rassicura.
Ma c’è una parte di me che non è per nulla serena.
Il contatto, il rapporto con i compagni, le risate, le strigliate... Mancherà tutto questo ai nostri ragazzi, che brutto momento, emotivamente è devastante.
Li abbiamo “bombardati” con regole e imposizioni. Tanto da farmi chiedere se aprire la scuola fosse stata la scelta giusta. Si sono adeguati, adattati, con le proprie difficoltà e risorse.
Ogni singolo giorno ancora una volta in questi due mesi, gli abbiamo tolto qualcosa.
È vero, stiamo bene, questa è sicuramente la cosa principale, ma per nessuno è semplice.
Per quanto mi riguarda spero di non perdere la “brocca” del tutto in questo periodo! Spero ancora di più che Leo e tutti i ragazzi a casa come lui, possano avere la giusta serenità per affrontare il tutto. Forse non ora, ora no; è troppo presto, perché il diritto di essere “incazzati” neri, eccome se ce l’hanno.
“Quando un uomo ha grossi problemi dovrebbe rivolgersi ad un bambino; sono loro, in un modo o nell’altro, a possedere il sogno e la libertà”.
(Fëdor Dostoevskij)
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