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“Argentovivo”


La canzone “Argentovivo” di Daniele Silvestri, ruota attorno all’adolescenza di oggi e non solo. Parla di un ragazzo di 16 anni, che probabilmente a causa di un disturbo di iperattività e deficit dell’attenzione gestito male, ha vissuto un percorso difficile e sofferto. La società e la scuola, in questo brano vengono percepiti come un “carcere” e la famiglia una volta a casa, come “gli arresti domiciliari” dallo stesso ragazzo. Questa canzone ha letteralmente “spaccato” l’Italia in due: ci sono adulti in cui si sono rivisti nella loro adolescenza, genitori a cui è piaciuta, altri che si sono sentiti tirati in causa e trovano il testo orrendo. Silvestri nel brano parla di “sedazione” usa la parola “farmaco”, ha scatenato tantissime polemiche. A me personalmente la canzone è piaciuta, ho dovuto sentirla molte volte, rileggere ogni singola parola ripetutamente, per cogliere la profondità e le sfumature. Non sto qui a dire se Silvestri abbia voluto lanciare un messaggio a chi prescrive farmaci, se sia contro le case farmaceutiche, o meno... Nel polverone che ne è uscito, si parla anche di questo e non è il mio ruolo; non me la sento di vederla in questo modo, scatenando ancora polemiche. Ho provato a sentire e leggere il testo non da genitore, lasciando spazio alle emozioni e non ai sensi di colpa, ma da adolescente. Da chi si trova ad affrontare la vita con delle difficoltà, che se gestite male, non rendono sicuramente un percorso facile e sereno. Ho ripensato a quando mio figlio non si sentiva capito da nessuno; lo volevamo fermo, zitto e attento... A quando aveva solo 8 anni e di ritorno a casa dalla scuola; di fronte ad un mio ennesimo “cazziatone” mi ha guardato piangendo e mi ha detto:” Mamma, non mi sento felice”. Quindi credo che Silvestri abbia scatenato tutte queste polemiche perché in qualche modo “smuove”... Quando parla di “sedazione” a parer mio, si riferisce alla società, che non riesce ad accettare più nessuno per quello che è realmente e vuole questi ragazzi tutti uguali. Per quanto riguarda “il mondo virtuale” ha ragione, pienamente ragione e ognuno di noi lo sa! Perché almeno una volta, per stare in pace, abbiamo dato in mano ai nostri figli il tablet, il cellulare e gli abbiamo comprato ogni sorta di gioco elettronico. Cerchiamo di non generalizzare, di non sentirci in colpa, mi rivolgo a chi ha figli con disturbi comportamentali; nella canzone non si parla del disturbo in se’, ma delle conseguenze che a volte si hanno, se viene gestito male il tutto. Abbiamo bisogno di speranza e sappiamo che con forza, accettazione e tanto lavoro, la vita dei nostri ragazzi può essere migliore. Non prendiamocela con Silvestri, ma con la società... La canzone “Argentovivo” ha vinto il Premio della critica. “Ho sedici anni Ma è già da più di dieci Che vivo in un carcere Nessun reato commesso là Fuori Fui condannato ben prima di nascere Costretto a rimanere seduto per ore Immobile e muto per ore Io, che ero argento vivo Signore Che ero argento vivo E qui dentro si muore. Questa prigione corregge e Prepara una vita Che non esiste più da Almeno vent’anni A volte penso di farla finita E a volte penso che dovrei vendicarmi Però la sera mi rimandano a casa Lo sai Perché io possa ricongiungermi a tutti i miei cari Come se casa non fosse una gabbia anche lei E la famiglia non fossero i domiciliari Ho sedici anni ma è già da più di dieci Che vivo in un carcere Nessun reato commesso là Fuori Fui condannato ben prima di nascere E il tempo scorre di lato ma Non lo guardo nemmeno E mi mantengo sedato per Non sentire nessuno Tengo la musica al massimo E volo Che con la musica al massimo Rimango solo E mi ripetono sempre che devo darmi da fare Perché alla fine si esce e non saprei dove andare Ma non capiscono un cazzo, no Io non mi ci riconosco E non li voglio imitare Avete preso un bambino che Non stava mai fermo L’avete messo da solo Davanti a uno schermo E adesso vi domandate se sia normale Se il solo mondo che apprezzo È un mondo Virtuale Io che ero argento vivo Dottore Io così agitato, così sbagliato Con così poca attenzione Ma mi avete curato E adesso Mi resta solo il rancore Ho sedici anni Ma è già più di dieci Che ho smesso di credere Che ci sia ancora qualcosa là Fuori E voi lasciatemi perdere Così facile da spiegare Come si nuota in mare Ma è una bugia, non si può imparare A attraversare Quel che sarò Nella testa girano pensieri Che io non spengo Non è uno schermo Non interagiscono se li tocchi Nella tasca un apparecchio Specchio di quest’inferno Dove viaggio, dove vivo, dove mangio Con gli occhi Sono fiori e scarabocchi in un quaderno Uno zaino come palla al piede Un’aula come cella Suonerà come un richiamo Paterno il mio nome dentro l’appello E come una voce materna la Campanella suonerà È un mondo nato dall’arte Per questo artificiale In fondo è un mondo Virtuoso Forse per questo virtuale Non è una specie a renderlo Speciale E dicono Che tanto è un movimento Chimico Un fatto mentale Io che non mentivo Che ringraziavo ad ogni mio Respiro Ad ogni bivio, ad ogni brivido Della natura Io che ero argento vivo in Questo mondo vampiro Mercurio liquido se leggi la Nomenclatura. Ho, sedici anni ma già da Più di dieci vivo in un Carcere E c’è un equivoco nella Struttura E fingono ci sia una cura Un farmaco ma su misura E parlano parlano parlano Parlano Mentre mio padre mi spiega Perché è importante studiare Mentre mia madre annega Nelle sue stesse parole Tengo la musica al massimo Ancora Ma non capiscono un cazzo, no E allora Ti dico un trucco per Comunicare Trattare il mondo intero Come un bambino distratto Con un bambino distratto Davvero È normale Che sia più facile spegnere Che cercare un contatto Io che ero argento vivo Signore Io così agitato Così sbagliato Da continuare a pagare in Un modo esemplare Qualcosa che non ricordo di Avere mai fatto Ho sedici anni Ho sedici anni e vivo in un carcere Se c’è un reato commesso là Fuori È stato quello di nascere”. 


Chiara e Leo il teppista

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Siamo Chiara e Leonardo...

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