“Leo il teppista-Leo il rugbista”
- Chiara e Leo
- 2 dic 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Penso che moltissime società sportive dovrebbero imparare lo spirito di squadra del rugby dove nessuno è “fenomeno” e l’inclusione è la base di questo bellissimo sport. Ho meditato parecchio sul far praticare a Leo questa disciplina (perché di disciplina vera e propria si tratta), la fisicità è tanta, la fatica pure... L’allenamento dura quasi due ore, al freddo, al gelo, sotto la pioggia o la neve. Ingenuamente ho pensato fosse tutto “troppo” per Leonardo abituato a giocare a pallacanestro per un’ora scarsa, al caldo in palestra... Invece sono qui a ricredermi, perché il rugby sta dando una lezione di vita non solo a Leo (a turno puliscono lo spogliatoio finita la doccia, dopo l’allenamento per esempio), ma anche a me! In passato ci sono state situazioni in cui mi sentivo “di troppo”, in un ambiente in cui non c’era più quella serenità che cercavo, ho finalmente capito che ci sono cambiamenti anche se sofferti costruttivi. Il primo giorno che ci siamo buttati in questa nuova avventura, mentre Leonardo era in campo entusiasta che prendeva confidenza con la palla ovale e i suoi nuovi compagni, i genitori (mai visti e conosciuti) invitavano me e Andrea, a mangiare pane e salame, a bere vino caldo... Abituata in un contesto dove pure il saluto ultimamente era diventato superfluo, mi ha fatto riflettere e non poco. In fine allego il messaggio del mio amico Sandro, che non finirò mai di ringraziare, per il prezioso consiglio che ci ha donato. “Carissima Chiara Garbarino se posso permettermi un suggerimento a te e tutte le madri ed i padri di un bimbo adhd (e non) uno sport dove per ora, e spero resti così, non esistono simili storture è il rugby. Mio figlio ha iniziato a giocare a quasi cinque anni ed oggi è all'undicesimo anno di presenza. Questo lo dico per il rugby in generale. Poi anche le società sono fatte di persone e la cosa più difficile da fare per un genitore è quella di trovare una società con una sana impostazione volta allo sport ed alla crescita e non alla vittoria. Una della regole di Fiumicello Rugby dove gioca mio figlio è: "Prima si formano gli uomini poi i giocatori". Regola della federazione Rugby per il piccoli Minirugby (fino alla Under 14) è che chi viene convocato gioca, anche cinque minuti, ma debbono giocare tutti. I genitori non cercano campioni, ma cercano dei figli felici e quindi molto difficilmente avvengono risse, discussioni e/o contestazioni gravi. Lo stesso fanno i bimbi in campo. Il Rugby è un gioco per eccellenza di squadra, si lotta tutti insieme, ognuno con il proprio ruolo e poco importa chi segna la meta, senza gli altri a proteggerlo non la avrebbe mai fatta. La vittoria è della squadra, nella correttezza e nell'amore del sacrificio per un bene comune. Un caro abbraccio”.
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