top of page

“Non abbiate più paura di parlare”


Ebbene sì, in queste settimane sono abbastanza “nera”... Abbiamo concordato e firmato il PDP (Piano Didattico Personalizzato), con insegnanti splendide, che definire collaborative è dire poco, per offrire a Leonardo una didattica più adatta alle sue esigenze. La Dirigente stessa ha mostrato attenzione, professionalità e interesse. C’è stata collaborazione in tutto: conoscono bene Leo, usano tanto “buon senso” con lui, perché ben venga la teoria, ma l’esperienza è l’essenza di ogni cosa. Si è parlato delle difficoltà e dei punti di forza. Eppure c’è sempre qualcuno pur firmando il documento, che non ne vuole sapere, perché a detta sua, Leonardo non ne ha bisogno. Parlo di un docente che ha a che fare con Leo da quest’anno, non penso che abbia nemmeno letto la certificazione di mio figlio, come non avrà nemmeno letto la relazione con le strategie della psicologa da adottare. Eppure gliel’ho consegnate io personalmente, perché la seconda settimana dall’inizio della scuola, avevo già capito molte cose... Avremmo faticato e non poco. Lo scetticismo sui disturbi comportamentali, è disarmante, ma dal momento che è presente una diagnosi, con tanto di certificazione, l’insegnante è tenuto a collaborare. Ognuno può avere il suo modestissimo parere e pensare che siano tutte “balle”, ma il proprio pensiero lo si deve tenere per sè. Ci vuole rispetto, perché dietro a qualsiasi certificazione, c’è un percorso duro, tanta sofferenza. Durante una verifica, questo docente, si è prontamente curato di non osservare il Piano Didattico di Leonardo; dicendogli che lui tanto del famoso PDP, non ne aveva bisogno, l’avrebbe fatta come tutti gli altri. Premetto che non è una questione di voti, avrei contestato a prescindere; su quattro certificazioni, si è limitato a non rispettare solo ed esclusivamente quella di mio figlio. Per caso si tratta di una presa di posizione nei miei confronti? Forse c’è un po’ di risentimento perché gli ho consegnato le certificazioni appena la seconda settimana di scuola, visto che non aveva preso la minima informazione su mio figlio?! Forse si è indispettito quando mi ha detto che non crede a questi disturbi (DSA compresi), aggiungendo che è il sistema della scuola a volere tutti ignoranti e sottolineando che: “Lui tratta tutti allo stesso modo...”. Umanamente questa considerazione è d’obbligo ma le strategie con chi ha difficoltà si devono usare sempre e comunque. Io gli ho risposto che nella scuola italiana c’è ancora troppa poca informazione e sarebbe necessaria una collaborazione con famiglia e specialisti. Credetemi, sono stata umile, conoscendo mio figlio che non è di certo un “Santo” gli ho dimostrato la più totale collaborazione. Da subito ho capito che ci sono persone che non accettano un confronto e dei suggerimenti. È vero che noi genitori non siamo in classe, ed è vero che i nostri figli possono diventare indisponenti e provocatori, non abbiamo di certo scoperto l’acqua calda no?! Nemmeno gli insegnanti però sono a casa con noi, tra compiti e studio, ed è solo collaborando che si possono ottenere risultati meravigliosi. Ci sono persone nella scuola che possono fare la differenza, in bene e in male. Forse a tanti sembrerà fuori luogo questo articolo, ma il Blog (dopo anni di sofferenza idem io) è nato per questo. A costo di passare per la solita “rompiscatole” e forse un po’ lo sono, ci metto la faccia... Ho pensato molto se raccontare o meno quello che stiamo vivendo, ho deciso di farlo perché credo che sia ora di parlare, di urlare se necessario!  Conosco bene i nostri diritti, mi duole che ci sia ancora gente che non conosce i propri doveri. Affronterò per l’ennesima volta questo discorso con l’interessato, in un colloquio, cercando di essere costruttiva e non distruttiva, per il bene di tutti. In fine mi rivolgo a voi, genitori e ragazzi in difficoltà; mai aver paura di parlare, di chiedere chiarimenti. La legge non ammette ignoranza. È ora di finirla! Nessuno vuole intervenire sulla didattica, non è il nostro lavoro! Ma se ci sono degli accorgimenti concordati, che dovrebbero essere “cuciti” addosso agli alunni (mappe, schemi, verifiche programmate e non a sorpresa, altro in base all’esigenza di ognuno), perché c’è sempre “l’alternativo” di turno che non li mette in pratica?  


 
 
 

Post recenti

Mostra tutti
“PROF. NON LA SENTO”...

Oggi per noi finisce la scuola, eppure quella “magia” dell’ultimo giorno, non si sente molto. Mancheranno le urla di gioia, le braccia...

 
 
 
Chiara e Leo il teppista

Ciao!

Siamo Chiara e Leonardo...

Storie recenti
bottom of page