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“Questione di stile”


Oggi forse andrò un po’ fuori tema, quello che sto per raccontare c’entra poco con l’iperattività, ma molto con l’autostima, elemento essenziale, non di facile conquista per i nostri figli. Tutti i nostri figli. Ho sempre pensato che il calcio, fosse uno sport troppo competitivo per mio figlio, l’idea di tutti questi “fenomeni” non mi entusiasmava, così abbiamo scelto il basket da ormai tre anni. Oggi posso affermare che ho visto davvero di peggio... Penso che un bravo giocatore, meriti di giocare, non ho mai discusso (e mai lo farò) sulle convocazioni. I più bravi in ogni sport, partecipano alle partite come ai tornei, credo che la selezione in parte sia giusta. Dico in parte, perché si parla pur sempre di bambini e non di professionisti. Escludere però un bambino (tutti, iperattività a parte), da un allenamento perché non lo si considera alla pari degli altri (Leonardo è ancora un po’ scoordinato, i suoi movimenti sono spesso “grossolani”), credo sia di una crudeltà atroce. Provo a spiegarmi meglio: per l’annata 2008, quella di Leo appunto, sono stati messi a disposizione tre giorni alla settimana per fare allenamento. Chi non può allenarsi ad esempio il venerdì o il martedì per ovvi motivi, avrà il jolly del mercoledì, per fare comunque due allenamenti a settimana, almeno questo mi è stato spiegato; tanto di foto con orari e ringraziamenti vari da parte della società, pure sulla chat del gruppo genitori. Io ero già bella felice, il venerdì per noi non era fattibile, pagando per due allenamenti a settimana (l’iscrizione, ne prevede anche solo uno a metà della cifra che ho pagato io), martedì e mercoledì erano perfetti! Purtroppo solo ora, ho appreso che non è così per tutti, almeno per mio figlio, il mercoledì lui non può proprio andare! Eh... no! L’allenatore (preciso che i due anni precedenti Leo era seguito da altri mister), ha bisogno solo di quelli davvero bravi per vincere il campionato, quindi non bastano più le convocazioni per le partite, adesso si è convocati anche per gli allenamenti... Cioè, tu paghi per far frequentare uno sport a tuo figlio e succedono queste cose per allenarsi?! Allenamento ragazzi, non partita, torneo o campionato. È follia! Ovviamente non può nemmeno andare ad allenarsi con l’altro corso; i bambini sono più piccoli e la differenza di “stazza” è notevole, se involontariamente finisse addosso ad un suo compagno, potrebbe fargli davvero male. Leonardo come siamo usciti dalla palestra ha avuto solo il coraggio di dirmi:” Pensavo che il basket, fosse un bello sport”... E vaglielo a spiegare che non è lo sport ad essere malato... Più che altro: vaglielo a spiegare che lo “sfigato” non è certo lui, perché è così che si sente in questo momento. Autostima a terra ovviamente. Mi fermo qui, non vado oltre... Non posso parlare! Di tutto questo, rimpiangeremo solo la segretaria della società, sempre disponibile e pronta a comprendere, ci tengo infatti a ringraziarla. Auguro ai bambini di giocare divertendosi, avranno tempo per diventare grandi campioni, alla società auguro di festeggiare ogni singola vittoria, perché ho capito che è solo quello che conta, consiglierei meno bullismo e più inclusione per diventare ancora più forti!  


 
 
 

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