“E quindi ?!”
Il lavoro che abbiamo fatto per far prendere consapevolezza a Leonardo, della sua particolarità, è stato impegnativo, a volte addirittura estenuante. Abbiamo raggiunto tanti traguardi, poco alla volta, in un primo momento impercettibili, sempre in apnea, sempre all’erta. Leo, oggi sa molto bene perché non sempre riesce a mantenere comportamenti idonei; insieme alla psicologa abbiamo fatto un percorso, dove il primo traguardo è stato quello di fargli capire che ci sono meccanismi del suo modo di essere, che ancora non riesce e non può controllare. Il secondo traguardo è stato quello di fornirgli strategie per recuperare il suo equilibrio emotivo; spesso infatti deve intervenire un adulto per fargli prendere piena consapevolezza. Se i “grandi” intorno a lui sono predisposti, Leo ci riesce, se non lo sono, diventa oppositivo. Questo percorso, ci è costato: TEMPO, DENARO E FATICA; TANTA FATICA ! L’agitazione, l’impulsività, la disattenzione, fanno parte del l’iperattività, cosa ci sia ancora da comprendere, credetemi non lo so. Un bambino iperattivo ci mette molto di più a “tornare in carreggiata”; qualcosa nel sistema dell’autocontrollo è diverso, non esistono freni inibitori. Questi bambini hanno peró un’intelligenza spiccata ed intuitiva, hanno un cuore enorme, sono sensibili, leali ed onesti. Non incolperanno mai un altro bambino al loro posto, cosa che invece succede spesso a parti invertite. Quando un bambino prova a spiegare a un adulto che si comporta in un certo modo perché è iperattivo, la risposta non dovrebbe essere: “...E quindi?” La risposta dovrebbe essere: “Ragioniamo, perché puoi fare di meglio, calmati, sei bravo!” Invece si cade nel solito pregiudizio, non si pensa che dietro ad un ragionamento di questo tipo ci sia una richiesta d’aiuto, un lavoro durissimo di consapevolezza... No! Si pensa questo: “Crede di poter fare ciò che vuole perché ha una certificazione, una diagnosi (che per molti nemmeno esiste), è iperattivo, allora gli è dovuto comportarsi come vuole.” Io sinceramente sono anche un po’ stufa, perché ci sono dentro e con presunzione ne so parecchio. Ognuno può pensare ciò che crede, rispetto tutte le opinioni ma davanti ad una diagnosi (una certificata dall’ASL ed una fatta privatamente) si dovrebbe provare a comprendere, che non significa, assolutamente, giustificare. Anche se c’è scetticismo, ci vorrebbe comunque un po’ più di rispetto. Infine aggiungo che provare ad informarsi e andare un po’ fuori dagli schemi, è sinonimo di grande intelligenza. Non è tutto bianco o nero. Dai potete riuscirci! Presto parteciperò a convegni, con insegnanti, genitori e psicologi; con umiltà porterò la mia testimonianza. Varie associazioni si sono interessate alla nostra storia, che è anche la storia di molti di voi... Vi farò sapere tutte le informazioni necessarie; dai che non siamo soli! A presto.