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Troppe etichette: ADHD/DSA


Oggi voglio parlare della dislessia, visto che spesso va a braccetto con l'iperattività.

Filippo era un bambino irrequieto, spesso si faceva male e si metteva in pericolo.

Con il tempo si calma moltissimo, inizia la scuola elementare ed il suo comportamento è ottimo.

Fatica però a fare i compiti, a studiare e prestare attenzione, ma lui si impegna tanto, tantissimo ed il rendimento risulta buono. Per questo motivo, non arriva nessuna segnalazione da parte della scuola.

Inizia le medie, stessa dinamica, studia, studia, studia... per ore, sempre con grande difficoltà.

La mamma di Filippo non ci sta, si trasforma in "guerriera" e Inizia tutto l'iter per fargli fare i test.

La diagnosi sarà di: DISGRAFIA, DISCALCULIA, DISLESSIA. Ecco, avete idea di come possa essersi sentito un ragazzino in piena adolescenza (13 anni) ad affrontare tutto questo?

Ve lo dico io: uno "stupido" con l'autostima a terra.

Ora non voglio generalizzare, perché so che gli insegnanti non sono tutti così, mi permetto di fare un appello: vogliamo lavorare sulla gratificazione di questi bambini/ragazzi, facendo loro capire che con le giuste strategie possono arrivare ovunque?

Capisco che prendere una laurea e trovarsi in graduatoria avendo una "botta di culo" (perdonate il francesismo) faccia parte della vita. Ma la scuola non è una fabbrica, si lavora con esseri umani, emozioni e sentimenti.

Ricordo che NESSUN BAMBINO E' PERDUTO SE HA UN INSEGNANTE CHE CREDE IN LUI!

E a Filippo e sua mamma voglio fare tanti complimenti, in attesa che voglia portare qui la sua testimonianza. Per me è un grande: sopravvivere in un contesto scolastico per tredici anni senza strategie didattiche, è a mio parere straordinario.

"Filippo, continua così ! Mordi la vita e non arrenderti mai e non dare la soddisfazione alle persone che non credono in te, di vederti cadere" - La zia


 
 
 

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